giovedì 17 novembre 2011

Tre giorni di convivenza a Temù

Iniziamo in grande!
Dal 15 al 17 settembre le classi del biennio in Valcamonica
La I e II liceo scientifico quest'anno hanno iniziato l'anno scolastico con un'esperienza di convivenza e socializzazione nella casa delle suore a Temù.  Sono stati giorni indimenticabili e fantastici, che non potrò mai dimenticare! Prima di partire non avrei mai pensato che mi sarei divertita così tanto e neanche che avrei fatto amicizia così velocemente!
Non ho trovato nessun aspetto che si possa definire negativo: il viaggio di andata, l’accoglienza a Temù, la disposizione delle camere, i giochi di squadra, la storia del partigiano Carmelo, i momenti di preghiera, la sveglia mattutina, è stato tutto positivo anche la camminata in montagna è stata meno faticosa di quel che pensavo, ma soprattutto le risate sono state notevoli.
Ero molto agitata prima di partire, non sapevo come mi sarei trovata con i nuovi compagni, avevo molti dubbi ed ero incerta su come comportarmi. Ma dopo solo un’ora che ero salita sul pullman, che ci avrebbe portato a Temù, già avevo fatto amicizie e stavo scherzando divertendomi veramente tanto.
Le suore ci hanno accolto calorosamente e ci hanno presentato brevemente la casa con le rispettive camere.
I professori ci hanno fatto faticare molto perché non ci davano spesso molto tempo per riposare, ma con gli amici anche la stanchezza veniva meno.
Ci hanno fatto raccontare una storia di cui ognuno di noi doveva narrare una parte ed alla fine io ero l’ultima che doveva concluderla. Dato che la storia non aveva senso, è stato complicato trarne una conclusione, per questo l’ho terminata introducendo addirittura la fine del mondo!
La camminata in montagna è stata particolarmente faticosa perché era ripida e molto molto lunga!
Quando finalmente siamo giunti in un’area pic-nic attrezzata con dei tavoli e vicino a un lago, abbiamo fatto merenda e siamo entrati nel lago a bagnarci i piedi. Il momento successivo a questo mi ha particolarmente colpito: don Martino, che ci aveva raggiunto nel pomeriggio, ha celebrato la S. Messa.
Durante la celebrazione, abbiamo acceso un fuoco in cui abbiamo bruciato dei foglietti nei quali avevamo scritto del pensieri, dei nostri errori commessi oppure un avvenimento che ci aveva lasciato l’amaro nel cuore. La finalità di questo atto era quello di liberarci da quell’errore o sentimento che tenevamo dentro di noi. Dopodiché ci hanno fatto giocare a stratego, un gioco divertente quanto faticoso e complicato.
La mattina, alzarci era traumatico: la sveglia era abbastanza presto e il suono era terribile per le nostre orecchie: “Dragon ball”! Don Martino aveva messo la sigla di “Dragon ball” come sveglia!
Una sera abbiamo giocato tutti insieme a Cluedo. Quando una persona parla di Cluedo non si aspetta certo che tra le “punizioni” che la squadra deve effettuare ci sia anche quella di far entrare all’interno della bocca un pezzo abbastanza lungo di carta igienica senza utilizzare le mani! Mattia Pravettoni mi ha sorpreso particolarmente per la sua abilità in questa pratica. Dato che la punizione della carta igienica avveniva solo se, tirando il dado, usciva il numero 5, tutti quanti eravamo particolarmente spaventati. Per fortuna io l’ho evitata.
Il momento della preghiera serale era molto bello e profondo. Ci riunivamo tutti quanti in una saletta e lì, formando un cerchio, dopo che la professoressa Casella aveva letto una parte della Bibbia, ogni professore la commentava dicendo frasi particolarmente toccanti e che facevano riflettere.
Un’altra attività interessante è stata quella di tracciare su fogli giganti le nostre impronte disegnando poi all’interno le nostre paure, i nostri sogni e le nostre passioni. Queste impronte sono ora appese nella nostra classe.
Lo stesso giorno in cui le abbiamo presentate ai nostri compagni, ovvero il giorno della partenza, suor Emilia che è una suora missionaria che era venuta a Temù casualmente e non sapeva della nostra presenza, ci ha parlato di che cosa significhi "fare missione". Abbiamo meditato parecchio sul significato di questa parola e abbiamo capito che per fare missione non è necessario andare in paesi poveri come l’Africa, ma che possiamo operare nella vita di tutti i giorni.
Durante i tre giorni di permanenza abbiamo avuto così diverse occasioni e spunti di riflessione su tematiche importanti senza che questo appesantisse il clima gioioso che si era creato.
Non avrei mai pensato che questa gita di convivenza sarebbe stata così divertente quanto educativa e questo è un altro motivo per cui mi è particolarmente piaciuta.
Simona Rago (I liceo)

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