DAL BUIO ALLA LUCE
Il giorno 16 marzo 2012 le classi III e IV liceo hanno avuto la possibilità di incontrare tre testimoni della casa di recupero "Il Cenacolo". L'iniziativa è stata proposta a noi ragazzi da Don Martino, professore di religione del liceo, ed è stata accettata in modo curioso e costruttivo. Questo incontro è iniziato con un breve filmato in cui si presentava la comunità composta da più sedi dislocate in tutto il mondo. Madre Elvira Petrozzi fin da piccola, aveva il desiderio di aiutare i giovani in difficoltà e per questo motivo iniziò a restrutturare una casa abbandonata sulla collina di Saluzzo, una cittadina in provincia di Cuneo. Da lì a poco nacque una vera e propria comunità, all'interno della quale grazie alla fede e a tanta buona volontà molti giovani riuscirono a realizzare il proprio sogno cioè "Ricominciare a vivere". Questo percorso di cambiamento nei confronti della vita e della fede non è affatto semplice e ce lo hanno sottolineato molto Michele, Tecla e Raffaella, i nostri tre testimoni. Questi tre ragazzi ci presentarono la loro storia, fatta di scelte sbagliate e di errori che li portarono a un "tunnel buio" dal quale, senza la luce della fede non sarebbero riusciti a salvarsi. Diversamente dalle altre case di recupero, caritas, centri di ascolto e associazioni di beneficenza, la comunità "il cenacolo" non accetta sovvenzioni dallo Stato proprio perchè Madre Elvira crede in modo molto rigoroso alla provvidenza. Questo sentimento di fede che porta alla provvidenza è risentito molto anche nei nostri testimoni i quali hanno cercato di spiegarci che per loro è fondamentale chiedere a Dio tutto ciò che è strettamente necessario e che solo Lui sarà in grado di aiutarli. Ovviamente è molto difficile per noi ragazzi capire totalmente questo senso di provvidenza, ma, come ha sottolineato Michele, anche lui prima di entrare in questa comunità trovava difficili questi argomenti e non riusciva a credervi totalmente. Questa esperienza è stata per noi ragazzi molto significativa e toccante e ha fatto capire a molti di noi cosa significa affrontare la vita reale in modo superficiale, non coscienzioso e privo di fede.
Veronica Guercio 4° liceo